news articles
Il modulo blu non è legge
Pubblicato alle 12:13 in:
In caso di incidente causato da chi guidava una macchina altrui, la constatazione amichevole firmata dal conducente che si autoaccusa non fa piena prova verso il proprietario della vettura: lo ha sancito la Cassazione.
DAVANTI AL GIUDICE - Il modulo blu della constatazione amichevole firmato da entrambi i guidatori non è una “verità assoluta” e “indiscutibile”: questa la sintesi di una sentenza (la numero 27024 del 15 dicembre 2011) della Cassazione. Che prende spunto da un sinistro di tre anni fa, quando chi guidava una macchina non sua si accollò la responsabilità dell’impatto, firmando il modulo blu; dopo una battaglia legale portata avanti dal proprietario della vettura per accertare le colpe dell’incidente, la Corte suprema ha stabilito che l’autoaccusa del guidatore non fa piena prova verso il proprietario stesso, ma può essere liberamente valutata da un giudice.
LE TRE “CAMPANE” - Nel caso in questione, davanti al giudice, sono tre i soggetti che devono esprimersi sulla responsabilità dell’incidente: il guidatore del veicolo non sua, il proprietario di questa macchina, e l’altro proprietario; sentiti tutti e tre, il giudice valuterà di chi è realmente la colpa del sinistro.
Il modulo blu non è legge
Pubblicato alle 12:13 in:
In caso di incidente causato da chi guidava una macchina altrui, la constatazione amichevole firmata dal conducente che si autoaccusa non fa piena prova verso il proprietario della vettura: lo ha sancito la Cassazione.
DAVANTI AL GIUDICE - Il modulo blu della constatazione amichevole firmato da entrambi i guidatori non è una “verità assoluta” e “indiscutibile”: questa la sintesi di una sentenza (la numero 27024 del 15 dicembre 2011) della Cassazione. Che prende spunto da un sinistro di tre anni fa, quando chi guidava una macchina non sua si accollò la responsabilità dell’impatto, firmando il modulo blu; dopo una battaglia legale portata avanti dal proprietario della vettura per accertare le colpe dell’incidente, la Corte suprema ha stabilito che l’autoaccusa del guidatore non fa piena prova verso il proprietario stesso, ma può essere liberamente valutata da un giudice.
LE TRE “CAMPANE” - Nel caso in questione, davanti al giudice, sono tre i soggetti che devono esprimersi sulla responsabilità dell’incidente: il guidatore del veicolo non sua, il proprietario di questa macchina, e l’altro proprietario; sentiti tutti e tre, il giudice valuterà di chi è realmente la colpa del sinistro.